Riforme strutturali

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I punti del presente programma sono consultabili gratuitamente e da chiunque, ma non è consentita la duplicazione. I DIRITTI SONO RISERVATI

Riformare la sanità in modo strutturale, che miri ad un migliore funzionamento di tutte le strutture e servizi prestati, riducendone i costi, sia nel pubblico che nel privato. Rivedere i costi delle prestazioni e delle convenzioni, riaffermando il principio che è servizio pubblico anche quello che viene fornito ai cittadini dalle strutture private

È necessario mettere in atto una riforma che vada oltre la demagogia e la retorica fatta ad arte da alcune forze politiche esaltando ciò che è pubblico, scuola, università e formazione e demonizzando cosa è privato. Migliorare la qualità e l’efficienza, delle strutture pubbliche e rilanciare quelle private per preparare i giovani al mercato del lavoro

Superare il sistema del duopolio televisivo Rai/Mediaset, facilitando l’accesso a nuovi operatori economici, per migliorare e rendere il sistema dell’informazione plurale. In attesa della privatizzazione di gran parte della RAI, occorre rivedere radicalmente il concetto di servizio pubblico, salvaguardo l’indipendenza dell’azienda dall’influenza dai partiti politici

Riduzione del numero delle ore lavorate presso la pubblica amministrazione, attraverso il ricorso al Part-Time rendendolo meno penalizzante. Riduzione graduale sino all’azzeramento delle ore straordinarie, al fine di portare la pubblica amministrazione nella piena funzionalità nell’ordinario, mediante l’uso di personale qualificato e l’impiego dell’informatica e delle nuove tecnologie

Aprire all’esterno gli ordini professionali, trasformandoli da organizzazioni chiuse, sotto forma di vere e proprie corporazioni in associazioni, capaci di favorire la crescita costante degli iscritti e facilitare contestualmente
l’accesso dei giovani all’attività professionale, attraverso l’istituzione delle fasce di responsabilità

Favorire l’aggregazione tra imprese editrici, attraverso incentivi per aumentarne e migliorarne l’offerta, garantendo la pluralità dell’informazione e la competizione tra più gruppi di produzione, riducendo l’intervento automatico dello Stato a sostegno del settore, ridimensionando in automatico l’influenza della politica sui i mezzi d’informazione