Basta un’immagine di un particolare evento, compiuto da un ragazza musulmana abbastanza integrata, a tal punto da essere impegnata in politica e a ricoprire ruoli, in quanto esponente del comitato direttivo dei Verdi di Zurigo, per capire che l’integrazione dei non europei è un percorso difficile per non dire impossibile.
Davanti ad un comportamento oltraggioso e senza senso, il minimo che si poteva fare, pubblicare questo post per porsi almeno qualche domanda e fare delle riflessioni.
Mi chiedo e Vi chiedo senza essere tacciato di razzismo, come fanno alcune menti pensanti, appartenenti ad una certa area politica, la stessa dove milita la ragazza, continuare a parlare di integrazione?
Se non ci siamo integrati totalmente 500 milioni di europei, pur avendo molti punti in comuni e più di duemila anni di storia che ci legano, compreso la religione, in quanto prevalentemente cristiani, come si dovrebbero integrare gli africani, gli asiatici, e i centro sud americani? Tra l’altro gran parte degli afroasiatici sono musulmani, quella religione radicale e non tanto tollerante del pensiero altrui, soprattutto quello religioso?
A mio avviso non siamo più di fronte ad un’operazione studiata a tavolino per farci affezionare all’idea di una società multiculturale in nome del globalismo, ma il tentativo va ricercato altrove ed è diabolico.
Surriscaldare gli animi in Europa, attraverso l’immigrazione invasione clandestina, a tal punto da dare vita ad uno scontro tra civiltà, tra i cristiani e i musulmani, con il dubbio di non sapere la data di inizio e neanche la fine, ma di avere però un’unica certezza, che ancora una volta, dopo la guerra in Ucraina, in tanti sguazzeranno sulla pelle degli europei.
Chi vuole questo non ha rispetto né dei cristiani né tantomeno dei musulmani, se riusciamo a capire in tempo il disegno criminale, nel tentativo di metterci gli uni contro gli altri, possiamo quanto meno evitare che le cose precipitano e per farlo la prima cosa da dove iniziare, nel porre fine all’immigrazione invasione clandestina e questo è nell’interesse di tutti.
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